Tutela biodiversità: nuovi sensori sulle cime della Maiella
Le Università di Bologna e L’Aquila analizzeranno dati delle temperature rilevate in alta quota per studiare gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità.
I contesti montani sono considerati tra i più sensibili agli aumenti di temperatura previsti nel prossimo futuro, per questo motivo i ricercatori presenti presso il Parco Nazionale della Maiella sono impegnati in attività di monitoraggio e salvaguardia degli ecosistemi alpini. In equipe con gli scienziati del gruppo Biome (Biodiversità e Macroecologia) dell’Università di Bologna e del gruppo Lacemod (LAboratory of Cartography, Ecology and MODelling) dell’Università dell’Aquila, hanno da poco intrapreso un nuovo progetto per analizzare la temperatura del suolo sulle vette del Parco.
Sono stati installati più di 20 nuovi sensori, a partire dai 2.200 metri di quota, che consentiranno di registrare, ogni due ore, dati climatici durante tutto l’anno. I numeri raccolti forniranno importanti informazioni non solo per la ricerca in campo ambientale, ma anche per la gestione dei servizi legati all’ecosistema nei contesti alpini. I parametri ambientali come la durata del manto nevoso, per esempio, saranno di fondamentale importanza per la gestione delle riserve idriche.
Nella ricerca atta alla tutela della biodiversità, i dati raccolti permetteranno di analizzare e comprendere come le comunità vegetali d’alta quota risponderanno al climate change. I modelli predittivi potranno indicare le specie a rischio di estinzione, indirizzando nel moto corretto le politiche di gestione e conservazione della biodiversità. Infine, forniranno utili informazioni a livello globale, in quanto gli ambienti sommitali, grazie a una così alta presenza di specie vegetali, sono da tempo riconosciuti come vere e proprie sentinelle dei cambiamenti climatici.