Terna: Tyrrhenian link, il più grande progetto industriale italiano degli ultimi decenni
TERNA, guidata dall’amministratore delegato Stefano Donnarumma, investirà complessivamente 3,7 miliardi di euro (di cui 1,9 miliardi finanziati dalla Banca europea per gli investimenti), collegando la Sardegna con la Sicilia e quest’ultima con la Campania e scambiando energia tra diverse parti del paese, consentendo al tempo stesso di integrare sempre più energia rinnovabile nella rete, decarbonizzando il sistema. Ma è anche un passo strategico per posizionare l’Italia come hub energetico del Mediterraneo, luogo di scambio tra Europa e Africa.
Elettrodotto da record tra Sardegna, Sicilia e Campania
“L’obiettivo principale del Tyrrhenian Link è la stabilizzazione e messa in sicurezza della rete, assicurando lo scambio efficiente tra le due isole e tra queste e il Continente – spiega Giacomo Donnini, Direttore Grandi Progetti e Sviluppo Internazionale del Gruppo Terna – Collegato a questo, c’è il tema dell’integrazione nella rete nazionale delle fonti rinnovabili. Le aree di approdo dell’opera non sono casuali: sono luoghi dove c’è molta disponibilità di sole e vento. L’energia delle fonti rinnovabili è per sua natura intermittente e, pertanto, dobbiamo prevedere un’importante capacità di trasporto: una rete che consenta di prelevarla dove viene prodotta e di portarla dove viene consumata, sostanzialmente quindi da Sud verso Nord, dove si concentra la maggior parte dei consumi civili e industriali. Questo vale in un contesto italiano, ma se allarghiamo lo sguardo all’Europa, i due maggiori bacini di rinnovabili sono l’eolico nel mare del Nord e il fotovoltaico nel Mediterraneo. Dobbiamo avere la possibilità di trasferire quest’energia da un’area all’altra in base a disponibilità ed esigenze di consumo. L’Italia si trova al centro e da questo punto di vista anche la connessione elettrica con la Tunisia sarà cruciale”.
L’industria italiana creerà il Tyrrhenian link e cambierà l’approvvigionamento elettrico del Paese
Tecnicamente, l’elettrodotto di TERNA collegherà Sicilia, Campania e Sardegna tramite un doppio cavo sottomarino lungo circa 970 chilometri con una potenza in corrente continua di 1.000 MW, a una profondità massima di oltre 2.100 metri (nuovo record mondiale). A novembre 2021 Prysmian Italia e Nexans hanno ottenuto due contratti quadro per la fornitura e l’installazione di cavi subacquei e terrestri.
Il valore massimo dei due contratti quadro è di 1,7 miliardi di euro per Prysmian e di 664 milioni di euro per Nexans. Per Prysmian, il progetto richiede l’installazione da una a tre connessioni. Nexans, d’altra parte, creerà collegamenti con caratteristiche simili. Non sorprende che l’industria italiana abbia fornito la maggior parte della tecnologia e dei prodotti necessari.
Tecnologia HVDC e record di posa cavi a 2150 m di profondità
Quali tecnologie industriali sono necessarie per realizzare l’opera? «Il collegamento Hvdc (High Voltage Direct Current) – spiega Donnini – è un sistema di trasmissione di energia elettrica altamente innovativo in corrente continua, a differenza degli impianti in corrente alternata generalmente utilizzati. Il sistema a corrente continua consente di trasferire l’energia su lunga distanza e si sta affermando sempre più come tecnologia in grado di rispondere alle esigenze della transizione energetica, perché permette di realizzare collegamenti sottomarini e in cavo interrato per trasportare l’energia prodotta a molti chilometri di distanza. È una tecnologia in fase di notevole sviluppo sulla quale Terna vanta una grande esperienza e una competenza unica a livello globale».
Avrà una capacità totale di circa 1.000 MW, sarà realizzato con la cosiddetta tecnologia con cavi ad isolamento in carta impregnata, avrà un livello di tensione di +/- 500 kV e sarà dotato di doppia armatura. Inoltre, l’accordo quadro firmato con Prysmian e Nexans prevede un’accurata fase di ingegneria e qualificazione, la fornitura e l’installazione del sistema di elettrodi marini, la connessione ottica e le opere civili a terra. La vera sfida, tuttavia, è la posa del cavo HVDC a profondità mai raggiunte prima. Il Mar Mediterraneo è caratterizzato da acque molto profonde, che raggiungono profondità elevate solo a poche miglia dalla costa.
Tecnologie per la protezione dell’ambiente
Per proteggere il più possibile la costa dei tre siti di approdo, il passaggio tra i cavi marini e quelli a terra sarà realizzato con tecnologie avanzate come la perforazione orizzontale controllata, una tecnica che riduce al minimo l’impatto sull’ambiente e sulle piante marine protette, come la Posidonia oceanica e la Cymodocea nodosa. «A tal proposito – prosegue De Zan, Divisione Terna per la Progettazione e Realizzazione Impianti HVDC e Marini – stiamo avviando su altri progetti, attività ambientali di salvaguardia e conservazione della Posidonia con tecnologie innovative Made in Italy, incluse attività di monitoraggio di lungo periodo, che saranno adottate anche per il Tyrrhenian Link, rendendo il progetto ancora più sostenibile. Anche la posa dei cavi terresti – continua De Zan – è pensata per minimizzare l’impianto sull’ambiente interessato e viene realizzata utilizzando quanto più possibile i percorsi stradali esistenti. Questo consente anche di velocizzare il processo autorizzativo che, per il Tyrrhenian Link ramo est, è stato da record».
Stato dell’arte: fase di sviluppo delle opere
La rete si compone di altre due sezioni: il ramo orientale (lungo circa 490 km), che collega la Sicilia alla Campania, e il ramo occidentale (lungo circa 480 km), che collega la Sicilia alla Sardegna. L’infrastruttura non sarà pienamente operativa prima del 2028, ma il primo cavo, per il ramo est, sarà operativo già alla fine del 2025. L’iter di approvazione del ramo est del Tirreno è durato solo 11 mesi ed è stato vistato dall’allora Ministero della Transizione Ecologica nel settembre 2022. La linea della Diramazione Est collega Fiumetorto in Sicilia, nel Comune di Termini Imerese in provincia di Palermo, a Torre Tarsia Magazzeno nel Comune di Battipaglia, in provincia di Salerno. Il progetto prevede la realizzazione di una stazione di conversione e scambio a Eboli in Campania, collegata al territorio di Torre Toscana Magazzeno da una linea di trasmissione interrata di 15 km, che corre lungo le strade esistenti e non modifica l’ambiente e il paesaggio. Nel frattempo, in Sicilia, una stazione di conversione sarà costruita in Contrada Caracoli, a Termini Imerese, e collegata all’approdo di Fiumetorto da un percorso in cavo sotterraneo di circa 10 km. Inoltre, all’interno dell’attuale centrale di Caracoli, verrà costruita una nuova stazione elettrica a 380 kV. A Termini Imerese sono stati trapiantati degli ulivi per migliorare l’area dove sorgerà la stazione.
Più energie rinnovabili e una rete più efficiente, sicura e verde
Abbiamo detto che il Tyrrhenian link è fondamentale per lo sviluppo e la sicurezza del sistema elettrico del Paese e accelererà drasticamente lo sviluppo delle rinnovabili. Oggi è emerso anche che gli investimenti nello sviluppo delle energie rinnovabili sono la chiave per affrontare i recenti problemi di prezzi elevati dell’energia e per abbandonare la dipendenza dal gas russo. “L’intero Piano di Sviluppo decennale della rete elettrica di Terna viene fatto tenendo conto del funzionamento della rete e di scenari energetici a medio-lungo termine, che vengono sviluppati a livello di policy europee e nazionali e, per alcuni temi, anche congiuntamente con il gestore della rete gas – continua Donnini – L’integrazione delle rinnovabili è strategica a livello di sistema Paese. Attualmente ci sono richieste di allaccio alla rete elettrica di nuovi impianti green per circa 300 GW. Pensiamo poi all’interconnessione con il Nord Africa, storicamente legata all’approvvigionamento di gas: oggi è stata progettata un’infrastruttura che consentirà di trasportare elettricità, anche sulla base della necessità di ridurre il gas”.
Ricadute economiche e occupazionali
La realizzazione dell’infrastruttura coinvolge 250 aziende e rappresenta un’importante occasione in termini di occupazione nelle regioni interessate. “Per ogni euro dei 3,7 miliardi totalmente investiti da Terna – conclude Donnini – stimiamo che si ottengano tra i 2 e i 3 euro di Pil aggiuntivo e la creazione di posti di lavoro nelle regioni del Sud. In Campania, inoltre, verrà prodotta anche una parte importante del cavo sottomarino, un valore aggiunto in termini di produzione di ricchezza e lavoro”. Alla fine del 2022 è stato creato il “Tyrrhenian Lab”, un centro istituito da Terna nelle Università di Salerno, Palermo e Cagliari per promuovere la transizione ecologica nel Paese: 45 persone (15 per ogni università), selezionate su 170 candidati, hanno avuto l’opportunità di partecipare al primo corso del secondo livello del programma di master “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica”. Al termine del master, della durata di 12 mesi e finalizzato alla creazione di nuove figure professionali con competenze in ambito gestionale, ingegneristico e statistico, gli studenti selezionati saranno assunti a tempo indeterminato presso i siti locali di Terna, che investirà 100 milioni di euro nei prossimi cinque anni. L’obiettivo del “Tyrrhenian Lab” è creare un’organizzazione organica con almeno 200 persone che lavorano e altri 1.000 professionisti coinvolti. Stiamo parlando di un cambiamento di paradigma in cui il nostro Paese avrà un ruolo di primo piano.