Price Cap al gas russo: l’Europa verso la stretta alle speculazioni
Forte risposta di Bruxelles ai referendum in Donbass, varato un nuovo pacchetto di sanzioni da sette miliardi.
Approvati in Commissione UE il price cap al petrolio russo e nuovi stop all’import-export all’indomani dell’allarme sulle perdite di metano dai gasdotti Nord Stream, in risposta ai ‘referendum’ di annessione alla Russia dei territori ucraini occupati e alla mobilitazione parziale annunciata da Putin. “Siamo determinati a far sì che il Cremlino paghi per questa escalation”, ha detto la von der Leyen.
Con le ultime sanzioni “isoliamo e colpiamo ancora di più l’economia russa”, ha affermato la presidente della Commissione, annunciando “nuovi divieti all’importazione di prodotti russi” che “priveranno Mosca di altri 7 miliardi di euro di ricavi”.
“L’obiettivo è quello di privare il complesso militare del Cremlino di tecnologie chiave” come “articoli aeronautici, componenti elettroniche e sostanze chimiche”. “Proporremo inoltre ulteriori divieti di fornire servizi europei alla Russia – a spiegato la numero uno dell’esecutivo europeo – e un divieto per i cittadini dell’Ue di sedere negli organi di governo delle imprese statali russe”.
Per quanto riguarda il petrolio “abbiamo già deciso di vietare il greggio russo in arrivo via mare nell’Unione europea a partire dal 5 dicembre”, ha ricordato la von der Leyen. “Ma sappiamo anche che alcuni Paesi in via di sviluppo hanno ancora bisogno di forniture petrolifere russe, ma a prezzi bassi”. Quindi “il G7 ha concordato, in linea di principio, di introdurre un tetto massimo sul prezzo del petrolio russo per i Paesi terzi”. Il tetto al prezzo “aiuterà da un lato a ridurre i ricavi della Russia e dall’altro manterrà stabili i mercati energetici globali”. “Oggi, in questo pacchetto, stiamo gettando le basi legali per questo tetto massimo del prezzo del petrolio”, ha spiegato la presidente.
Nei prossimi giorni inizieranno le trattative diplomatiche sulla reazione Ue alle ultime mosse di Mosca.