Manifesto ”Cambiare le città”
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deve essere impiegato in vista di una vera qualità ambientale e sociale. Così inizia la campagna ‘’La Città cambia, cambiamo le città’’ una lettera aperta per la mobilitazione pubblica sullo sviluppo urbano e cura del territorio firmata da architetti, designer, filosofi, ambientalisti e accademici italiani.
‘’Una firma per l’Italia’’ è l’invito aperto a tutti gli stakeholder interessati a dare un contributo per cambiare finalmente passo e per sottolineare l’urgenza di adottare nuove misure per prevenire i disastri climatici, dal dissesto idrogeologico al consumo di suolo, dall’inquinamento dell’aria e lo spopolamento dei borghi, al degrado delle periferie delle nostre città.
L’iniziativa nasce grazie a Milano Design Film Festival e The Good Life Italia, con cura degli Architetti Alfonso Femia e Andrea Boschetti, capofila del progetto. L’obiettivo è creare consapevolezza sulla responsabilità professionale collettiva che negli ultimi anni non ha fatto altro che togliere spazio, condivisione e tempo. Secondo Alfonso Femia, serve un salto di qualità nella cultura della progettazione che eviti false soluzioni e metta in equilibrio società e economia.
Il programma NextGenerationEU e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) elaborato dal governo italiano rappresentano una straordinaria opportunità per affrontare strutturalmente i problemi dello sviluppo urbano, della prevenzione e della cura del territorio del nostro Paese. L’Italia conta oggi circa 8.000 Comuni, ( il 70% dei quali sotto i 5.000 abitanti), e quasi 60.000 nuclei urbani. Negli ultimi 70 anni, l’incremento delle aree urbanizzate ha portato al drastico aumento di siti fragili, colpiti da alluvioni e spopolamento.
Il XXI secolo è stato definito il secolo delle città. Se a metà del ’900 soltanto 80 superavano il milione di abitanti, oggi sono più di 300 e tra 10 anni almeno 43 megalopoli avranno più di 10 milioni di abitanti: una crescita quantitativa che si compie a spese di quella qualitativa, moltiplicando emergenze sociali e ambientali. Come evidenziato dall’Onu nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, è nelle città che la battaglia per la sostenibilità si vince o si perde. Perché è nelle aree urbane che nel 2050 vivrà il 70% della popolazione mondiale. È nelle città che si concentra l’80% del Pil e il 56% dei posti di lavoro. È nelle città che si consuma il 75% dell’energia e si produce oltre il 50% delle emissioni di gas serra. Le città consumano grandi volumi di risorse idriche e alimentari senza produrne alcuna. Sono più fragili di fronte al cambiamento climatico, più esposte all’inquinamento atmosferico e alle pandemie. E’ sempre nelle cità, infine, che aumentano le disuguaglianze, nel Mondo, in Europa e anche in Italia.
I dati forniti sono più che sconcertanti: 7,3 milioni di cittadini vivono a rischio di frane o alluvioni; 36 mila ettari di terreno investiti da incendi nel 2019(!); 17,7 abitazioni abusive, su 100 autorizzate; 135mq di cemento per bambino; l’8% delle scuole è conforme alla normativa antisismica. Forse può bastare!
Una campagna che vuole richiamare l’attenzione sul problema della sostenibilità del territorio attraverso le otto soluzioni: ascoltare, condividere, ricucire, ridurre, forestare, includere, favorire, superare.
Come possiamo contribuire a queste 8 azioni?
- Solo ascoltando i cittadini possiamo capire i loro bisogni e le loro necessità, promuovere la loro partecipazione alla vita della comunità;
- La condivisione dello spazio e dei beni comuni, a partire dall’acqua e dal suolo, investendo nei mezzi pubblici e piste ciclabili;
- Recuperare gli edifici, gli spazi, gli orti abbandonati, dando loro la seconda vita, attraverso la riqualificazione e la loro ristrutturazione;
- Forestare, cioè, favorire la piantumazione delle foreste urbane, costruendo nuovi corridoi ecologici, incrementando in questo modo la biodiversità del paese e riducendo le emissioni del gas serra;
- ‘’Includere’’: garantire un servizio all’abitare che superi una visione semplice del solo diritto alla casa;
- Favorire l’ambiente naturale all’interno del tessuto urbano, cercare di cancellare l’opposizione tra città e le periferie;
- Superare, una governance a breve periodo e promuovere una visione lungimirante a favore del territorio.
A chi è rivolta questa lettera?
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, a tutti i Ministri competenti e a tutte le forze sociali, politiche e culturali che hanno a cuore il futuro, i firmatari vogliono richiamare l’attenzione su 8 azioni improrogabili al fine di progettare le città e i territori in modo da renderli più sicuri, integri, vivibili, interconnessi e inclusivi.
Potete visionare e firmare la lettera cliccando qui