La città dei 15 minuti: il modello per una città sostenibile
Una città che “respira”? A misura d’uomo? Con i servizi tutti a portata di mano?
La città virtuosa è quasi una realtà ed è un modello che produce vantaggi sia per l’ambiente sia per le attività che vi si svolgono, da quelle commerciali a quelle relazionali, in un perimetro urbano ben definito che si percorre in appena 15 minuti.
L’idea arriva da Parigi con la Ville du quart d’heure, che punta a trasformare gli spazi urbani in realtà basate sulla prossimità, la densità e l’ubiquità. Per le grandi città ci sono solo vantaggi come, per esempio, la possibilità di ridurre gli spazi per le auto e riassegnargli a pedoni e ciclisti. Un progetto che piace già molto a due città simbolo come Roma e Milano che intendono esplorare il concetto elaborato dall’urbanista Carlos Moreno, professore della Sorbona e padre dell’idea “La città dei 15 minuti”.
Cosa prevede il modello di ‘’vile du quart d’heure’’?
La “città dei 15 minuti” è tendenzialmente una città in cui ciascun cittadino in meno di 15 minuti a piedi ha tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, divertirsi e lavorare. In questo modo, le persone non devono prendere l’auto o i mezzi pubblici, riducendo traffico e inquinamento, riappropriandosi del tempo perso negli spostamenti e riscoprendo il proprio quartiere. Un altro punto a favore della città dei 15 minuti è quello di promuovere un maggior senso di prossimità e comunità, entrambi riscoperti durante la pandemia, ma che appaiono sempre di più un patrimonio riappropriarsi tout court, sfruttando al massimo le opportunità offerte in tal senso dalla tecnologia.
Questa nuova prospettiva urbanistica ha un ulteriore vantaggio da un punto di vista organizzativo nel comparto dei trasporti urbani, poiché può costituire una potenziale risposta alla sfida della riduzione delle emissioni.
Gli Italiani sono a favore della città dei 15 minuti?
Secondo un sondaggio Ipsos per Legambiente, agli italiani piace molto la “Citta’ dei 15 minuti” a piedi, con i servizi di prossimità, e piacciono perfino le politiche di limitazione quasi totale della circolazione di auto e moto. Anche se la maggioranza degli intervistati ritiene che si tratti di un progetto ‘’utopico e poco realistico’’.