Futuro Energetico Italiano: Perché Fotovoltaico, Accumulo e Nucleare di Nuova Generazione Sono la Chiave
E’ un’Italia in cui le fonti rinnovabili iniziano a far sentire il loro peso nella produzione nazionale e con consumi elettrici in aumento, quella rilevata da Terna.
Nel report relativo al 2024 della società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, il dato più rilevante si registra con la produzione da fonti rinnovabili che, per la prima volta, supera il 40% della copertura del fabbisogno italiano pareggiando le fonti fossili.
Idroelettrico (+30,4%) e Fotovoltaico (+19,3%) spingono le performance di produzione, rispetto al 2023, con quest’ultimo che vede altri 7,5 GW di capacità installata e 1000 MW di accumulo entrati in esercizio nel 2024.
Un dato sicuramente positivo, ma ancora lontano dal determinare un cambio di passo verso una transizione energetica che oggi sta facendo i conti anche con i problemi strutturali della rete, come sottolineato dall’ing. Luca De Rosa, Presidente di Global Power. “L’accumulo (le batterie ad esempio) è un tema caldo soprattutto in un contesto di crescente dipendenza dalle fonti rinnovabili non programmabili come l’eolico e il fotovoltaico – afferma De Rosa – In Italia la rete non è ancora pronta per sostenere un numero elevato di micropunti di produzione distribuita non programmabile. Speriamo che nel prossimo futuro ci siano innovazioni tecnologiche che rendano i sistemi di accumulo energetico più efficienti e meno costosi: la rete elettrica ne ha assoluto bisogno” .
Complessivamente il fabbisogno di energia elettrica nazionale, pari a 312,3 miliardi di Kwh, è stato soddisfatto per l’83,7% dalla produzione interna e il restante 16,3% dall’energia scambiata con l’estero.
Rispetto al 2023, i consumi energetici degli italiani hanno segnato un + 2,2% registrando un aumento della domanda elettrica, in particolare nei mesi di luglio e agosto, in ragione dei picchi di temperatura superiori alla media decennale.
Per quanto riguarda i consumi industriali, mentre i settori energivori come siderurgia, alimentare e cartaria si mantengono sostanzialmente stabili, hanno registrato una flessione quelli della chimica, trasporti, ceramiche.
In generale l’aumento del fabbisogno riflette una tendenza che sarà sempre più al rialzo in futuro, determinata dai mutati stili di vita caratterizzati da maggiori consumi elettrici a discapito di benzina/diesel/gas e altri combustibili, e dall’avvento impetuoso di nuove tecnologie come l’AI e quindi dalla necessità di avere grandi data center (energivori) che renderanno sempre più necessario dotarsi di approvvigionamenti alternativi sicuri, dal giusto costo operativo e programmabili come, ad esempio, il nucleare di nuova generazione. “Non possiamo pensare di sostituire le attuali centrali a ciclo combinato (alimentate a gas naturale) solo con eolico o fotovoltaico – continua De Rosa – non sono tecnicamente equiparabili. Il nucleare, soprattutto quello di nuova generazione, grazie alla sua sicurezza intrinseca e ai costi accessibili, può rappresentare per l’Italia la soluzione da affiancare al giusto ed equilibrato incremento della produzione da fonti rinnovabili. Servono tempo e investimenti per sviluppare queste tecnologie, ma più di tutto serve un chiaro indirizzo di programmazione strategica e politica a medio/lungo termine. La sicurezza energetica di un Paese è Il tema cruciale per eccellenza: non può essere affrontata anno per anno o con impostazioni di fondo che cambiano a seconda di quale forza politica governi.”
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