Le nuove regole contro il far west dei monopattini elettrici in Italia
L’avvento dei monopattini elettrici ha portato una rivoluzione nella mobilità urbana, offrendo un’alternativa ecologica e conveniente per gli spostamenti cittadini. Tuttavia, l’aumento esponenziale del loro utilizzo ha portato anche a una serie di problematiche legate alla sicurezza stradale e alla gestione dei monopattini stessi.
Per affrontare queste sfide, l’Italia ha introdotto nuove regole e normative per regolamentare il settore e mettere fine al cosiddetto “far west” dei monopattini elettrici.
Limiti di velocità
Una delle prime misure adottate riguarda i limiti di velocità per i monopattini elettrici. Al fine di garantire la sicurezza stradale, è stato stabilito un limite massimo di velocità, generalmente tra i 20 e i 25 chilometri orari, a seconda delle specifiche del modello di monopattino.
Obbligo di indossare il casco
Per proteggere gli utenti e ridurre il rischio di lesioni in caso di incidenti, è stato introdotto l’obbligo di indossare il casco durante l’utilizzo dei monopattini elettrici. Questa misura mira a sensibilizzare gli utenti sull’importanza della sicurezza personale e a ridurre gli incidenti dovuti alla mancanza di protezione.
Regolamentazione dei percorsi e delle aree di parcheggio
Per evitare il caos e garantire un utilizzo ordinato dei monopattini elettrici, sono state stabilite regole precise per i percorsi da seguire e le aree di parcheggio designate. Ciò contribuisce a prevenire il blocco dei marciapiedi e a garantire un flusso ordinato del traffico pedonale.
Controllo dell’utilizzo irresponsabile
Per contrastare l’utilizzo irresponsabile dei monopattini elettrici, vengono intensificati i controlli sul rispetto delle regole da parte degli utenti. Sono previste sanzioni per coloro che utilizzano i monopattini in modo pericoloso, come l’eccessiva velocità, la guida sotto l’influenza di alcol o sostanze stupefacenti e l’uso su strade o marciapiedi vietati.
Responsabilità delle società di sharing
Le società di sharing di monopattini elettrici sono tenute a garantire la manutenzione adeguata dei veicoli e a monitorare il rispetto delle norme da parte degli utenti. Vengono richiesti sistemi di geolocalizzazione, assistenza clienti e misure per prevenire il parcheggio selvaggio dei monopattini.
Nel corso di una lectio magistralis illuminante, l’architetto Mario Cucinella (ospite speciale di questa edizione) ha proposto una definizione alternativa di sostenibilità: “empatia creativa”. Ha evidenziato che la natura ci ha già fornito una ricchezza di soluzioni e che, come innovatori, il nostro compito è osservare, comprendere e replicare i meccanismi presenti nei sistemi naturali. Ciò implica tradurre questi principi in strutture, sia grandi che piccole, che si armonizzino con l’ambiente naturale e sociale.
Ulteriori preziose intuizioni sono state condivise dal Professor Calderini, un esperto di spicco in Innovazione Sociale presso la Scuola di Management del Politecnico. Le sue riflessioni hanno messo in discussione il ruolo della tecnologia e la tendenza dell’innovazione a diventare autoreferenziale, privilegiando le prestazioni senza considerare gli impatti più ampi sull’ambiente e la società.
Per riassumere, questa 4a edizione di VID ha trasmesso tre messaggi chiave:
L’innovazione autentica deve tenere conto dei POV di tutti gli attori interessati, andando oltre gli utenti primari, per evitare di generare squilibri in cui i vantaggi si accumulano in un’area a discapito di svantaggi significativi in altre.
Il termine “sostenibilità” ha perso efficacia a causa del suo uso eccessivo. Sebbene possa servire a scopi di marketing, non è in grado di adempiere alla sua missione primaria, non riuscendo a esercitare la pressione necessaria sulle aziende e gli attori economici per attuare cambiamenti strutturali sostanziali ed efficaci. Ciò sottolinea la necessità di approcci olistici e intersettoriali.
La natura fornisce una fonte abbondante di conoscenza. Uscendo dai confini della nostra mentalità “da laboratorio”, possiamo superare prospettive ed ego personali. L’ambiente, in particolare, offre numerose soluzioni alle attuali sfide di sostenibilità che affrontiamo. Affrontare questi problemi richiede uno sforzo collettivo, coinvolgendo molti protagonisti. Richiede soprattutto una grande capacità di osservazione e di ascolto attivo, abbracciando il concetto di empatia creativa.
In linea con questa filosofia, VID ha presentato una vasta gamma di realtà imprenditoriali che hanno esposto progetti innovativi e affascinanti, ribadendo l’impegno dell’evento nel promuovere un cambiamento positivo.
Tra le importanti aziende partecipanti, una giuria di spicco composta da Giulio Cappellini (Presidente), Domitilla Dardi, Antonella Galli, Sheng-Hung Lee e Patrick Abbattista ha selezionato due vincitori d’eccellenza che sono stati onorati con il prestigioso Premio VID 2023 e il premio speciale legato a EDIT Napoli.
Il primo vincitore è Rehub, un’azienda innovativa che, partendo da Murano, sta risolvendo l’annoso problema dello smaltimento degli scarti delle lavorazioni del vetro. Proponendo una trasformazione della materia di rifiuto attraverso la manipolazione del vetro, ridotto in una pasta morbida e malleabile, Rehub affronta la sfida dei rifiuti cosiddetti “non riciclabili”. Con le loro tecnologie all’avanguardia, attualmente in attesa di approvazione del brevetto, si sono impegnati a stabilire una catena complementare di riciclaggio in grado di reinventare in modo efficiente i rifiuti di vetro, trasformandoli in prodotti di uso quotidiano quali complementi d’arredo e di design.
Altrettanto meritevole di riconoscimento è stata Diasen, azienda che opera nel campo della chimica verde per l’industria delle costruzioni, che con le sue vernici naturali a base di sughero ha lavorato per migliorare il comfort abitativo affrontando esigenze complesse come l’isolamento termico, l’insonorizzazione e la regolazione dell’umidità.
Credits foto > © VID – fonte download: https://designwanted.com/venice-innovation-design-architect-mario-cucinella/