Comunità energetiche all’ultima curva
“Il decreto è pronto”
La regolamentazione delle Comunità energetiche sta finalmente iniziando ad assumere lineamenti sempre più definiti. Un traguardo atteso da mesi che ora sembra davvero “a portata di mano”. Lo conferma lo stesso ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a seguito dell’ennesima sollecitazione da parte di sindaci e ong: “il Decreto è pronto”.
Si tratta del decreto attuativo che fornirà un quadro normativo definitivo e completo sulle Cer, un provvedimento che sembra dare un po’ di speranza a tutte le parti interessate, dai Comuni agli operatori del mercato energetico.
Nei giorni scorsi, la viceministra Vannia Gava, incontrando una delegazione di manifestanti sotto la sede del ministero, ha specificato come questo provvedimento “consentirà di realizzare fino a 1Mw di comunità energetiche con un incentivo per i Comuni pari a 2,2 miliardi di euro provenienti da fondi Pnrr”.
Cosa sono le comunità energetiche?
Nel caso non lo sapessi, le comunità energetiche sono aggregazioni di singoli cittadini, pmi, amministrazioni locali, enti di ricerca e religiosi che producono, consumano e si scambiano energia da fonti rinnovabili. Unendosi ad una comunità energetica i principali vantaggi sono di due tipologie:
- Ambientali perché si riducono drasticamente le emissioni gas serra e si favorisce il processo di transizione energetica;
- Economici perché si ottiene agevolazioni statali e incentivi per l’elettricità che viene condivisa.
Per il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la regolamentazione delle Cer ha la massima priorità.
L’inizio delle consultazioni
Come preannunciato la scorsa settimana a Bergamo, in occasione della XXXIX Assemblea nazionale dell’Anci, dal ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, lunedì 28 novembre hanno avuto inizio le tanto attese consultazioni.
“Si è chiuso – commenta il ministro – un percorso procedurale sulle comunità energetiche, che nel Pnrr hanno uno stanziamento di 2.2 miliardi: da lunedì prossimo parte una consultazione di quindici giorni, dopodiché chiudiamo il provvedimento con le osservazioni che verranno raccolte. Questo riguarda tutte le realtà e i Comuni sotto i cinque mila abitanti e le organizzazioni anche di tipo informale che si struttureranno su questo fronte”.
Pichetto, durante il suo intervento, ha inoltre sottolineato la necessità di alzare il livello di produzione delle rinnovabili (riferendosi a geotermico, idroelettrico, fotovoltaico, eolico), menzionando la fusione come obiettivo finale sul nucleare. In corrispondenza della crescita delle fonti di energia pulita, e qui viene il difficile, “devono azzerarsi carbone e petrolio e la parte di gas che scende abbracciando le rinnovabili. La sfida è nella costruzione delle infrastrutture”.
Troppo ottimismo?
A riportare tutti con i piedi per terra ci ha pensato Legambiente ricordando come l’iter burocratico sia il principale ostacolo nello sviluppo di questo importante progetto per il nostro Paese.
“Su 100 comunità energetiche mappate fino a giugno 2022, appena 16 sono riuscite a completare l’iter di attivazione presso il Gse (Gestore dei servizi energetici) e di queste soltanto 3 hanno ricevuto i primi incentivi statali”.
Secondo l’organizzazione non governativa italiana, Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) e il Gse starebbero tenendo “sotto scacco” le comunità energetiche per “ritardi burocratici e mancanza di regole attuative, nonostante questa siano una soluzione concreta per contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica”.
Anche Italia Solare, si allinea alla richiesta di Legambiente di emanare quanto prima i decreti attuativi necessari “a consentire un reale e significativo sviluppo delle Cer, cje rappresentano uno degli strumenti per aiutare famiglie e imprese a contenere i costi delle bollette elettriche rapidamente e in modo tangibile”.
Che tempi ci dobbiamo aspettare?
Innanzitutto l’Arera dovrà definire, secondo le attese, la riduzione di oneri di sistema e tariffe agevolate. Il ministro Picchetto, dal canto suo, dovrà coordinarsi con altri soggetti istituzionali per assicurare la migliore attuazione delle misure incentivanti.
Ci vorrà ancora un po’ di pazienza ma ora, possiamo dirlo con qualche certezza in più, è questione di poco tempo.