“The Orbit” reinventa le periferie del futuro
Il piano, nato in Canada, prevede la trasformazione delle periferie rurali in centri abitativi pensati per i pendolari.
La periferia urbana di Innisfil, a nord di Toronto, è lo scenario della costruzione di una comunità utopica, un distretto dal futuristico battezzato “The Orbit” pensato a misura di pendolare. Costituito da una griglia di strade e da un quartiere centrale caratterizzato da un mix di ampi spazi aperti, edifici residenziali e commerciali, vede nella stazione ferroviaria posta al centro del progetto il proprio cuore pulsante.
Periferie 2.0
Innisfil ha attualmente una popolazione di circa 40k abitanti ma, nei prossimo 30 anni, si stima potrà arrivare a circa 80k.
Per rendere abitabili e smart le nuove periferie non basteranno le reti di collegamento potenziate, saranno necessarie azioni concrete a supporto dello sviluppo urbanistico, infrastrutturale ed ambientale: Orbit cerca proprio di capire come sia possibile “ri-disegnare” gli hinterland con un approccio futuribile, basato sul benessere delle persone e sulla forte commistione tra servizi, edilizia e spazi sostenibili a 360°.
Come nasce il progetto
The Orbit nasce nel 2017, a partire dalla semplice presentazione di un progetto di riqualificazione edilizia dell’area circostante la nuova stazione ferroviaria. Dal 2019 le istituzioni locali e la Metrolinx (società che si occupa dei trasporti cittadini) hanno affidato a Partisans (importante studio di architettura) lo sviluppo del piano attuale.
Il progetto si ispira al concetto di pianificazione urbana di inizio XX secolo, la cosiddetta “Città Giardino” di Ebenezer Howard. A livello pratico gli architetti stanno pensando come distribuire residenti, attività commerciali e terreni agricoli in una forma radiante di snodi e raggi, preparando l’ambiente ideale per ospitare circa 100.000 persone, tutte entro un raggio di 1,5 km dalla stazione ferroviaria (circa 15 minuti a piedi, 5 in bicicletta).
Si tratta, quindi, di un’evoluzione del concetto di “città dei 15 minuti” sul quale le grandi metropoli stanno lavorando, posizionando la maggior parte dei servizi di cui un residente ha bisogno a distanze ragionevoli da percorrere in modo sostenibile e quindi a emissioni zero.
Impresa complessa ma realizzabile
Creare un nuovo quartiere da zero non è un’impresa ne facile ne immediata. I piani operativi che vedono attualmente impegnati professionisti, imprese e autorità locali dovrebbero essere finalizzati entro la primavera del 2023 dando tempo all’attuale comunità di sensibilizzarsi, garantendo un piano in linea con le aspettative dei residenti e l’inizio dei lavori per la costruzione della nuova stazione di transito.
The Orbit potrà essere il prototipo per le periferie del domani e, potenzialmente, potrà essere applicato a qualsiasi ambiente rurale per far crescere una comunità in modo egualitario, organizzato ed ecologico.
Che dire, aspettiamo trepidanti un progetto europeo basato sui medesimi principi di sostenibilità!